Noi Quartiere
Una comunità attiva e partecipe, che ha cura dei propri luoghi e dei propri vicini. È questo il senso del progetto Noi Quartiere: ci siamo, sviluppo dell'iniziativa avviata nel 2012 nei territori di Madonna Bianca, Villazzano Tre e Spini di Gardolo, che coinvolge anche i cittadini del quartiere di San Giuseppe e San Pio X, nello specifico i cosiddetti Casoni.

Il progetto Noi Quartiere: ci siamo è stato finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento nell'ambito del bando “Cultura ed educazione della legalità. Tutela dei diritti e prevenzione della vittimizzazione” ed è promosso da Con.Solida in partnership con il Servizio Attività Sociali del Comune di Trento, le cooperative sociali Arianna, Kaleidoscopio, Progetto 92, l'associazione Il Funambolo e l'Associazione Trentina Accoglienza Stranieri (ATAS).
Il progetto Noi Quartiere: ci siamo prevede un vero e proprio percorso a tappe, ciascuna caratterizzata da attività e metodologie specifiche, tali da consentire un coinvolgimento graduale e sempre più intenso dei destinatari dell'intervento. In particolare, in tutti e tre i quartieri verranno realizzate le seguenti quattro macro fasi.
- Fase dell'ascolto: a differenza del progetto precedente in cui la fase dell'ascolto si era concretizzata nella realizzazione di interviste e questionari (azione molto positiva sia per raccogliere informazioni che per informare e incentivare la partecipazione dei cittadini alle fasi successive proposte), la nuova proposta prevede l'attivazione nei quartieri di Spini di Gardolo e Madonna Bianca e Villazzano 3 di due Punti di comunità, ovvero spazi fisici e di tempo (due per quartiere, due mezze giornate ciascuno) dedicati ai cittadini per presentare l'opportunità offerta dal progetto, aggiornare la rilevazione degli interessi/disponibilità dei cittadini (già in larga parte raccolti con i questionari e le interviste realizzati nel progetto precedente) e dunque acquisire le informazioni necessarie per progettare i laboratori del fare descritti nel prossimo paragrafo, restituire pubblicamente quanto emerso per stimolare ulteriori disponibilità. Anche nel quartiere di San Giuseppe e San Pio X verrà attivato il Punto di Comunità (con gli stessi obbiettivi e modalità di cui sopra) a cui verrà però affiancato, dato il risultato positivo di quanto già fatto analogamente negli altri due quartieri nel progetto precedente, un intenso lavoro di rilevazione della vivibilità e degli interessi/disponibilità dei cittadini del quartiere tramite interviste e/o questionari.
- Fase del fare: terminata la fase di ascolto si progetteranno i laboratori del fare, ovvero percorsi laboratoriali interessanti (basati sugli interessi/passioni rilevati direttamente nel quartiere), concreti (dove si faccia concretamente, si produca fisicamente una cosa), accessibili (aperti a tutti) e comodi (negli orari più opportuni e "sotto" casa). Gli obbiettivi dei Laboratori del Fare sono molteplici (intercettare e conoscere il più alto numero possibile di cittadini del quartiere facendo leva su proposte pensate specificatamente sui loro interessi/passioni; offrire ai cittadini la possibilità di conoscere persone del loro quartiere con interessi analoghi e dunque favorire la nascita di nuove e positive relazioni, ecc), ma uno in particolare è fondamentale per il progetto: attraverso un attento lavoro di accompagnamento, "lavorare" sul gruppo, nato su interessi/passioni individuali, affinché sviluppi una identità comunitaria capace di mettersi in gioco, cogliendo le opportunità offerte dal progetto descritte nelle fasi successive, per dare il proprio contributo alla progettazione e realizzazione di attività per il benessere e vivibilità del quartiere. In tal senso, potremmo definire i laboratori di incontro del fare come delle attività "esca": in sintesi, "tramite il fare, conoscere e coinvolgere". Per quanto riguarda i beneficiari i laboratori saranno aperti a tutti. Ma si dedicherà una particolare attenzione a coloro che tendenzialmente partecipano poco alla vita comunitaria dei rispettivi quartieri: mondo giovanile, nuovi residenti, famiglie straniere ed in disagio. L'obbiettivo è infatti quello di favorire la nascita di gruppi che vedano la presenza di "nuovi" cittadini da mettere in contatto propositivo e fattivo con le realtà già attive sul territorio che spesso volentieri sono partecipate da anziani e/o vecchi residenti che denunciano una fatica sempre più intensa in relazione alla responsabilità di contribuire al benessere ed al miglioramento della vivibilità nei rispettivi quartieri.
- Fase della co-progettazione: l'obbiettivo della fase della coprogettazione, tramite la metodologia world cafè è quello di coinvolgere i cittadini che hanno partecipato ai laboratori del fare alla progettazione di attività socio-culturali a beneficio della vivibilità dei rispettivi quartieri.
- Fase della realizzazione: in questa fase si concretizzerà tutto il lavoro di ascolto e coprogettazione. Verranno infatti realizzati i 3 programmi socio-culturali progettati con e per i cittadini dei rispettivi quartieri. In particolare il "follemente festival", il picnic a madonna bianca, la partecipazione alla festa di via veneto con le varie installazioni oltre alle merende e brunch ai Casoni, compartecipazione a "Vento in poppa" e Festa a Spini.