I luoghi di Chiara Lubich
Luoghi di vita di Chiara Lubich

Recita, infatti, un proverbio cinese: “Chi beve l’acqua pensa alla sorgente”. È una storia reale, quella qui narrata, nota in molte parti del mondo, ma che a Trento ha la concretezza ed il fascino delle storie vere. Dei suoi luoghi più significativi tentiamo un breve percorso, guidati dal racconto che Chiara Lubich stessa fece alla sua città il 10 giugno 2001.
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Casa natale di Chiara Lubich
In piazza Santa Maria Maggiore 41, al 2° piano, nasce Chiara Lubich il 22 gennaio 1920, seconda di 4 figli. La famiglia vi resta fino al ’30-’31. -
Chiesa del battesimo di Chiara
S. Maria Maggiore. È battezzata a S. Maria Maggiore con il nome di Silvia, proprio nella Chiesa che ospitò le ultime sessioni del Concilio di Trento. -
Ex scuole elementari Verdi
La piccola Silvia frequenta le elementari alla scuola “G. Verdi”, nell’edificio oggi sede della facoltà di Sociologia. -
Istituto Maria Bambina
Il grande cortile di via Borsieri 4 attira molte bambine, tra cui Silvia, che vi giocano felici. Suor Carolina le forma all’amore e alla conoscenza di Dio. -
Chiesa dell’adorazione
Chiesa Santissimo. Ogni venerdì il gruppetto di suor Carolina si reca in Corso 3 Novembre 26, per l’adorazione di Gesù eucaristia. La bambina Silvia lo prega così: «Dammi la tua luce ed il tuo calore». -
Sulla via della santità
Il Torrione. Sulla via Al Torrione la ragazza Silvia ha alcune comprensioni della vita cristiana che la preparano al futuro. -
Abitazione dei Lubich - 13 maggio ‘44
Via Gocciadoro 17. I Lubich abitano in questa casa dal ’34 fino al grande bombardamento del 13 maggio ’44, che la rende inagibile. Sono anni per Chiara del graduale manifestarsi della luce di un nuovo carisma. -
Chiara si diploma maestra
Istituto Magistrale Rosmini. In via Malfatti 2 frequenta le magistrali dal ’34 fino al diploma nel ’38. A 18 anni riceve il primo incarico in Val di Sole. Durante la guerra insegna (’41- ’43) all’Opera Serafica (Cognola). -
La ricerca della verità
Duomo San Vigilio. Nel duomo - sintesi della fede, cultura, storia del popolo trentino - si trova a suo agio. Ama sedersi in fondo a destra, su una panca sotto una feritoia, dove studia la sua amata filosofia. -
La chiamata
Rione Madonna Bianca. In una giornata gelida del ‘43, andando a prendere il latte in questo rione in fondo a viale Verona come gesto d’amore verso la mamma, avverte come se il cielo s'aprisse e Qualcuno la invitasse a seguirlo: «Hai una vita sola… Datti tutta a me». -
La consacrazione
Al Collegetto. Era in fondo a via dei Cappuccini. Il 7 dicembre 1943, d’accordo con il confessore, si dona a Dio per sempre. Viene posta così, senza che lei lo sappia, la prima pietra del futuro Movimento dei Focolari. -
Aiuto ai poveri
Le Androne. Quartiere tra i più poveri della città. Chiara e compagne vi si recano ogni giorno con valigie pesanti e piene di ogni cosa utile. L’obiettivo è preciso: risolvere il problema sociale di Trento -
Incontra le prime compagne
I tre portoni. Accanto a questi archi, in via Santa Croce, Chiara e le sue compagne si danno spesso appuntamento. -
Notte di stelle e lacrime
Bosco Gocciadoro. Il 13 maggio ’44 ha luogo uno dei bombardamenti più violenti. Anche i Lubich passano all’addiaccio quella notte che per Chiara è di “stelle e lacrime”; all’indomani i suoi sfollano ma lei resta in città. Una frase le dà luce e forza: “Tutto vince l'amore!” -
In città dopo il bombardamento
Corso 3 novembre. Tra le macerie s’imbatte in una donna che impazzita dal dolore le grida: “Quattro me ne sono morti!”. Abbracciandola, sente che deve ‘spostare’ il proprio dolore per fare suo quello dell’umanità sofferente. -
Ex ospedale S. Chiara
Ospedale S. Chiara. In quello che ora è centro culturale si trovava l’ospedale. La mattina del 14 maggio Chiara vi cerca il fratello Gino, studente di medicina, che fra le rovine e i morti le sussurra: “Vedi? Tutto è vanità!” -
La casetta - il primo focolare
Piazza Cappuccini 2. Nell’autunno ’44, con le sue prime compagne, trova alloggio in questa abitazione che in città viene chiamata “la Casetta”. Diventerà il primo focolare -
Rifugio
A 100 m. dalla “Casetta” c’era “la buca”, il rifugio. Chiara e le sue compagne vi accorrono anche 11 volte al giorno al suono della sirena. Portano con loro solo il Vangelo: parole da vivere con quanti hanno intorno. -
Scarpe n. 42
Chiesetta S. Chiara. Una volta, dopo la richiesta di un povero, entrano in questa chiesetta: “Gesù, dacci un paio di scarpe n. 42 per te in quel povero”. All’uscita Duccia Calderari le porge un pacco: un paio di scarpe n. 42! -
Cantina del Testamento di Gesù
Via Travai. Per ripararsi dalle bombe si trovano anche qui, in una cantina buia. A lume di candela leggono nel vangelo: «Padre… tutti siano uno». Avvertono di essere nate per realizzare proprio quella pagina. -
Chiesa dei Cappuccini
Nella sacrestia della chiesa distrutta dalle bombe, dove si custodiva l’Eucaristia, Chiara e le sue compagne chiedono a Gesù che insegni loro a realizzare l’unità. E’ l’ultima domenica d’ottobre 1945.
Nel 1945, Chiara si reca da mons. Carlo De Ferrari all'arcivescovado per sottoporgli la vita che sta nascendo, convinta delle parole di Gesù: "Chi ascolta voi ascolta me". Il vescovo la appoggia. -
Sala Massaia
Chiesa S. Marco. Nell’adiacente Sala Massaia, dall’ottobre ’42, si tengono le riunioni ‘del sabato’. Chiara racconta le nuove scoperte e conosce le sue prime compagne. Negli anni si forma la prima comunità dei Focolari.
A. Palazzo Geremia. V. Belenzani , 19. Sede del Municipio di Trento
B. Aiuola della Pace. Dopo l’11 settembre 2001 i bambini delle scuole Crispi si attivano per fare di Trento la città della pace vivendo “il dado dell’amore”. Le scuole Schmid e Zandonai si uniscono. Poi tante altre. L’aiuola nasce su loro progetto.