Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
L’attuale facciata, eretta nel 1850 in stile neogotico veneziano su progetto dell'architetto Pietro Selvatico, è sormontata dalla statua di San Pietro cui è dedicata la chiesa, che fungeva da riferimento nella cosiddetta "contrada tedesca" di Trento.

La chiesa di San Pietro era il polo religioso delle confraternite dei zappatori, dei calzolai, dei conciatori di pelle, dei sarti, dei falegnami e dei barcaioli della città. Si ricordi che nei pressi di questa contrada scorreva il fiume Adige fino al 1840 circa. Tale chiesa fu edificata su impulso del principe vescovo Giovanni Hinderbach. nella seconda metà del Quattrocento, epoca tardogotica, e fu assai frequentata dai padri frequentanti il Concilio di Trento. Il campanile è del 1487 e si distingue per la slanciata cuspide embricata, l'orologio nel timpano e i doccioni a testa di drago. La ricostruzione ottocentesca conferì alla chiesa l'aspetto attuale. L'interno è a tre navate, con volta a crociera. Il presbiterio contiene un altare marmoreo del 18º secolo decorato con due statue, che rappresentano San Pietro e San Paolo, scolpite dall'artista Giovanni Battista Fattori di Trento. La pala d'altare della Maddalena è di Martino Teofilo Polacco. I battenti lignei dei portali rappresentano, oltre ai santi Pietro e Paolo, i simboli della presunta "Passione" di Simonino (pugnale, tenagli e spilloni), la cui figura è intimamente legata a quest'edificio. Si notino anche le vetrate eseguite da Remo Wolf, con lo stesso tema.
Cappella del Simonino
La Cappella di Simone di Trento, con la sua pianta ottagonale, si affaccia al lato Nord del presbiterio; fu qui realizzata perché, al momento del ritrovamento del corpo di Simonino (1475), la chiesa di San Pietro era proprio in fase di costruzione. Fu a lungo un visitatissimo santuario; in un’urna di cristallo era deposta la salma del bambino e tradizionalmente la terza domenica di Pasqua da qui partiva una processione attraverso la città. Nel 1479 venne poggiata una statua d’argento raffigurante Simonino trionfante, donata da Giacomo Conci come ex voto per la miracolosa guarigione del figlioletto moribondo, purtroppo oggi perduta. L'aspetto attuale è dunque frutto delle generose donazioni dei cittadini di Trento, dei pellegrini e, successivamente, di Mattia Galasso, generale dell'imperatore Ferdinando III e grande condottiero, qui sepolto nel 1647. La cupola della cappella è riccamente decorata con stucchi dorati e con sculture di angeli che recano in mano gli strumenti del presunto martirio del Simonino. Inoltre, otto pregevoli tele, dipinte da Pietro Ricchi detto "il Lucchese" nel 1669, illustrano le Storie di Simone di Trento, tra cui la scena di un banchetto ed alcune donne ebree che trattengono il bambino. Nel 1965, al momento dell’abolizione del culto del Beato, il corpo di Simone fu portato in un luogo segreto ai fini di interromperne la venerazione.
La Cappella del piccolo Simone è visitabile solo in occasioni particolari
Immagini
Martedì, 30 Settembre 2014 - Ultima modifica: Giovedì, 14 Dicembre 2023