Mobilità

Domande frequenti in tema di mobilità nelle Zone 30

Quale è la differenza tra la Città 30 e le Zone 30?

In una città fatta di Zone 30, i 50 km/h rimangono la normalità, eccetto alcune zone a 30 km/h create in modo circoscritto. Nella Città 30, invece, i 30 km/h diventano la velocità più diffusa, eccetto gli assi di scorrimento che restano a 50 km/h. Questo ribaltamento di prospettiva è la principale differenza tra Zone 30 e Città 30, con effetti positivi importanti.

Applicare in modo diffuso i 30 km/h in città non è solo essenziale per aumentare la sicurezza stradale. Grazie alla maggiore omogeneità della regola e all’entrata in vigore in modo complessivo in tutta la città a una certa data, questo favorisce anche una maggiore conoscenza e un maggiore rispetto reale del limite stesso, in confronto alle singole Zone 30.

Per le stesse ragioni, la Città 30 aiuta anche i guidatori a comprendere e ad abituarsi al cambiamento, e rende più semplice e intuitivo per loro procedere entro la velocità massima consentita. Anziché avere il dubbio di quali siano le strade a 30 km/h e dover frenare ogni volta che si entra in una singola Zona 30, nella Città 30 è sufficiente memorizzare le principali strade a 50 km/h e sapere di poter accelerare rispetto alla velocità ordinaria quando si percorre una di quelle.

Ma il codice della strada non prevede il limite dei 50 km/h in città?

Sì, il codice della strada prevede che i 50 km/h siano il limite di velocità ordinario sulle strade urbane, ma dà anche la possibilità ai Comuni di abbassarlo in determinate strade, quando risulta necessario per garantire la sicurezza della circolazione e la tutela della vita umana.

La Città 30 è fattibile in Italia e in città che non hanno la metropolitana?

Molte città di diversa scala – piccole, medie e grandi, basti pensare a Parigi e Bruxelles – hanno già implementato politiche simili, provando nella pratica che la più o meno ampia dimensione dell’area urbana e della relativa rete stradale non ostacola la possibilità di applicazione di questa misura.

Queste città si trovano, tra l’altro, in diverse regioni geografiche, rendendo evidente nei fatti che non esistono di per sé barriere culturali insormontabili che rendano il modello della Città 30 inapplicabile in certi Stati o inadatto a determinate popolazioni.

Il successo di questa politica, infine, non è limitato alle città con infrastrutture di trasporto di uno specifico tipo. Alcune città si affidano principalmente ai bus, altre includono sistemi di tram e alcune hanno anche reti di metropolitana. Ciò dimostra che l’adozione della Città 30 è una misura che non ‘vieta’ l’utilizzo di un mezzo piuttosto che di un altro ma chiede semplicemente di andare ad una velocità sicura ed è dunque fattibile e adattabile a diversi contesti urbani.

I navigatori sono aggiornati con i nuovi limiti di velocità?

I gestori di diversi sistemi di mappe digitali, usate comunemente dai guidatori per la navigazione sulle strade, come ad esempio Google maps, acquisiscono già da anni in automatico, direttamente dalle ordinanze emanate dal Comune, le modifiche alla viabilità cittadina (limiti di velocità, deviazioni per cantieri, cambi di sensi unici, etc.).

A 30 all’ora si allungano i tempi di percorrenza?

No. L’abbassamento del limite di velocità da 50 km/h a 30 km/h non comporta un aumento dei tempi di percorrenza: sono stati fatti molti studi (ad esempio a Londra) e raccolti dati reali (come nel caso di Bruxelles Città 30) sui tempi di percorrenza alle due velocità su strade urbane, che dimostrano che le differenze di fatto sono nulle o minime, a seconda che gli spostamenti siano brevi o medi.

Il punto decisivo per i tempi di percorrenza è che, nelle strade urbane, la velocità di punta raramente influisce sulla durata dello spostamento: contano molto di più fattori come i continui ostacoli (incroci, semafori, precedenze, strisce pedonali, veicoli che svoltano o escono da un parcheggio, ecc.) e gli altri motivi (congestione, cantieri, ecc.) che tipicamente e inevitabilmente rallentano il traffico in città.

In altre parole, lo stile di guida tipico dei 50 km/h, fatto di grandi accelerate e continue frenate, crea pericolo, inquinamento e rumore, ma senza far guadagnare veramente tempo. Per fare un esempio concreto di ciò, ti sarà capitato di essere sorpassato da un’altra auto a tutta velocità su una strada urbana, per poi ritrovarvi affiancati in coda al semaforo pochi metri dopo.

Circolando a velocità più costante a 30 km/h non cambia quindi il tempo impiegato per raggiungere un determinato luogo, ma la qualità del tragitto in auto e la sicurezza di tutti. Con pochi secondi in più, si guida in maniera più rilassata e si riducono i rischi.

Ma è fisicamente impossibile andare a 30 all’ora in auto!

È possibile che all’inizio guidare a 30 km/h in città possa sembrare difficile e innaturale, perché si ha l’abitudine di guidare a velocità più elevate, ma non vi è alcuna impossibilità tecnica a guidare a 30 km/h, anche con le auto più potenti.

D’altra parte, che sia materialmente possibile procedere a 30 km/h nella maggior parte delle strade urbane è dimostrato dalle centinaia di migliaia di guidatori di ogni tipo e marca di veicolo che, dopo un periodo iniziale di adattamento, lo fanno normalmente ormai da anni nelle tante Città 30 nel mondo (Bruxelles, Parigi, Amsterdam, Bilbao).

All’inizio, per abituarsi, può essere utile avere in mente l’obiettivo di tenere una velocità costante, lasciar andare l’auto e frenare il meno possibile, anziché accelerare e frenare spesso come si è fatto finora con gli stop-and-go tipici della guida a 50 km/h in città.

Dopo un po’ di tempo diventerà naturale andare a 30 km/h e sarà possibile anche sperimentare i benefici di una guida più fluida e confortevole e anche meno stressante, grazie all’eliminazione delle continue accelerate e frenate.

Ma in moto non si riesce a stare in equilibrio a 30 all’ora!

Esistono ormai molte città dove è in vigore da tempo il limite massimo di velocità di 30 km/h e non ci sono evidenze o notizie che i conducenti delle moto non siano riusciti a rispettarlo.

D’altra parte, in città sono già molti i tratti e le situazioni del traffico in cui la velocità di crociera per le moto risulta per forza inferiore a 30 km/h, senza alcun problema di equilibrio: ad esempio quando si procede incolonnati nel traffico, quando piove, quando si attraversano delle Zone 30 (o anche delle zone 20) già esistenti dotate di dossi e altri sistemi di rallentamento.

E non solo in città, anche in coda in autostrada capita spesso di procedere a velocità inferiori, in caso di grande traffico o di scontri stradali che rallentano di molto la circolazione.

Così come in auto, tuttavia, è possibile che all’inizio anche guidare la moto a 30 km/h in città possa sembrare difficile e innaturale, perché si ha l’abitudine a procedere a velocità più elevate: anche in questo caso, con l'abitudine diventerà naturale.

A 30 all’ora aumentano il traffico, le code, gli ingorghi?

La congestione e il traffico sulle strade non aumentano con l’introduzione del limite di velocità a 30 km/h, anzi.

Abbassare la velocità in città rende il traffico più fluido per almeno tre motivi:

  1. Il flusso delle auto che procede a velocità costante e uniforme a 30 km/h tra un semaforo e l’altro, diventa più omogeneo e scorrevole. Al contrario, raggiungere i 50 km/h dovendo fermarsi dopo poche centinaia di metri, tra accelerate e frenate brusche, favorisce il formarsi di code, non fa arrivare prima e non rende la circolazione più snella.
  2. Andando a una velocità più bassa, si riducono la distanza di sicurezza da rispettare e lo spazio effettivamente necessario per un veicolo in movimento: questo significa di fatto aumentare la capacità delle strade, solo utilizzandole meglio (oltre che in maggiore sicurezza), senza necessità di modifiche infrastrutturali.
  3. La maggiore sicurezza delle strade invoglia le persone a utilizzare mezzi più leggeri e meno ingombranti per spostarsi in città: ogni persona in più che sceglie di fare alcuni suoi spostamenti a piedi e in bici, è un’auto in meno per strada e dunque meno congestione.

Minore velocità porta meno stress alla guida e un traffico più fluido, a vantaggio di ciascuno/a di noi quando ha necessità di usare l’auto o la moto, e delle persone che per lavoro guidano mezzi di trasporto (autisti dei mezzi pubblici, tassisti, corrieri, artigiani, ecc.).

A 30 all’ora si danneggia il motore dell’auto?

No. Non vi è ad oggi alcuna evidenza scientifica, o prova derivante dalle applicazioni pratiche dell’abbassamento del limite di velocità in tante Città 30 nel mondo, che dimostri il danneggiamento e/o un maggior grado di usura del motore di un’auto o dei suoi componenti, guidando normalmente a 30 km/h invece che a 50 km/h.

L’istituzione delle Zone 30 è contro automobilisti e i motociclisti?

No, è per diverse ragioni relative alla sicurezza stradale, al traffico e all’accessibilità della città.

Tantissimi morti e feriti per incidenti stradali, oltre il 75% complessivamente in Italia secondo i dati ISTAT, sono conducenti di veicoli a motore. Aumentare la sicurezza stradale grazie ai 30 km/h in città serve a salvare le vite di tutti, non solo degli utenti più vulnerabili come pedoni e ciclisti, ma anche dei guidatori di auto, moto, furgoni, camion, ecc.

Rendere più fluido il traffico con le Zone 30 agevola ciascuno/a di noi quando ha necessità di usare l’auto, rendendo le strade, oltre che più sicure, anche meno congestionate e meno stressanti. I 30 km/h creano infatti condizioni di maggiore scorrevolezza a velocità costante, senza peggiorare i tempi di percorrenza, e, offrendo più sicurezza, progressivamente fanno crescere la quota di persone che si spostano a piedi, in bici e coi mezzi pubblici riducendo così il numero di auto in circolazione.

Le Zone 30 non sono contro chi si muove in auto e in moto perché tutta la rete stradale primaria resta in ogni caso a 50 km/h. A differenza di provvedimenti più classici come le ZTL e le aree pedonali, le Zone 30 non impediscono di usare il proprio mezzo privato per recarsi in determinate parti delle città, ma semplicemente chiede di guidare a una velocità sicura per tutti, senza nessun peggioramento dei tempi di percorrenza.

L’istituzione delle Zone 30 danneggia chi lavora e chi guida per lavoro (corrieri, manutentori, autisti bus, tassisti, ncc, ecc)?

No, per diverse ragioni relative alla sicurezza stradale, alla qualità dell’aria e all’accessibilità della città.

In Italia il 60% degli infortuni mortali sul lavoro riconosciuti dall’INAIL sono in realtà incidenti stradali di due tipologie: o cosiddetti “in itinere” (persone morte in incidenti stradali nel tragitto per andare da casa al lavoro), o durante il lavoro (persone morte in incidenti stradali mentre per lavoro erano alla guida di un mezzo di trasporto in circolazione sulla strada pubblica). Tanti morti e feriti in incidenti stradali sono quindi persone che stavano semplicemente andando a lavorare, oppure che per lavoro guidano auto, furgoni, camion, ecc.: aumentare la sicurezza stradale grazie ai 30 km/h serve a salvare anche le loro vite in città. 

Analogamente, se con le Zone 30 migliora la qualità dell’aria, questo va a vantaggio della salute dei guidatori professionali, che, lavorando in strade trafficate per molte ore ogni giorno, sono più esposti alle emissioni inquinanti.

Anche moto, biciclette e monopattini devono rispettare i 30km/h?

Sì, per essere efficace per la sicurezza stradale il nuovo limite di velocità si applica a tutti i veicoli, compresi motocicli, ciclomotori, biciclette (a propulsione muscolare e a pedalata assistita), monopattini elettrici.

Anche i guidatori di veicoli a due ruote, sia a motore sia non a motore, in caso di collisione a velocità elevata possono comunque ferire e a volte uccidere gli utenti della strada o subire danni fisici.

In che modo un limite di velocità più basso dovrebbe promuovere l’andare a piedi e in bicicletta?

Riducendo la velocità dei veicoli a motore si rendono le strade più sicure sia per i guidatori, sia per gli utenti più vulnerabili della strada, cioè chi si sposta con forme di mobilità attiva (pedoni, ciclisti). A fronte di una maggior sicurezza, aumenterà anche la quota di persone che, potendolo fare e sentendosi più tranquille in strada grazie ai 30 km/h, sceglieranno di privilegiare gli spostamenti a piedi e in bicicletta invece che con l’auto.

Inoltre, nelle Zone 30 è più sicuro per le bambine e i bambini poter andare a scuola camminando da sole e da soli, con molteplici benefici anche per lo sviluppo dell’autonomia e la conoscenza del quartiere in cui vivono.

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