Processionaria del pino

Informazioni sull'ecologia della processionaria del pino e sulle modalità di lotta a questo insetto.

processionaria del pino

La processionaria del pino è un insetto autoctono dei nostri boschi. Le sue larve sono ricoperte di peli urticanti e possono causare problemi sanitari a uomini e animali. 

Per prevenire questo pericolo, è necessario che i nidi (palloni bianchi visibili agli apici dei rami delle piante infestate) siano rimossi il prima possibile dalla pianta. È auspicabile che questo intervento avvenga precocemente durante il periodo autunno-invernale, prima che le larve sviluppino i peli urticanti e inizino la “processione” verso il suolo. 

Nei parchi e aree di proprietà pubblica la presenza della processionaria è contrastata dal personale dell'ufficio Parchi e giardini, mentre nei boschi e aree forestali l'azione viene gestita dall'Azienda forestale Trento-Sopramonte . Questi servizi intervengono regolarmente sul territorio con mezzi e tecniche ammessi dalla normativa vigente. 

Nelle aree di proprietà privata, la lotta alla processionaria è affidata all’azione di controllo dei cittadini che possiedono piante nelle loro proprietà soggette all’attacco degli infestanti, in particolare pini, cedro e larice. 

Segnalazioni

Segnala la presenza di nidi con foto e posizione precisa attraverso il portale SensorCivico Trento

oppure contatta direttamente i seguenti servizi: 

Cos’è la processionaria e perché è importante la lotta a questo insetto

La processionaria del pino (Thaumetopaea pityocampa) è una farfalla (lepidottero defogliatore) diffusa in tutta l’Europa meridionale che attacca soprattutto il pino silvestre e il pino nero. In Trentino è presente nel fondovalle fino circa alla quota di 1000 m s.l.m. e negli ultimi anni sono numerose le segnalazioni anche a Trento.

Si riproduce con una generazione all’anno con la comparsa degli adulti in estate. Ciascuna femmina depone tutte le sue uova in un unico manicotto costruito attorno agli aghi (foglie) delle piante da cui nascono delle piccole larve. In autunno, quando le temperature diventano più rigide, le larve si raccolgono dentro un nido sericeo dove affrontano tutto l’inverno uscendo sporadicamente per alimentarsi nelle tiepide giornate di sole. La loro attività alimentare riprende freneticamente in primavera e raggiunto l'ultimo stadio di sviluppo, scendono in processione lungo i tronchi per entrare nel terreno e trasformarsi prima in crisalidi e poi nuovamente in farfalle. 

Lo stato larvale dura dall'autunno fino alla primavera ed è importante conoscerlo perché può essere pericoloso per l'uomo e per gli animali. I bruchi sono ricoperti di peli urticanti e sono riconoscibili per la formazione a fila che il gruppo assume quando esce dal nido per alimentarsi. Chi viene a contatto con questi insetti o maneggia i nidi, anche abbandonati da tempo, percepisce subito gli effetti della loro proprietà urticante. I danni possono essere modesti se i peli penetrano nella cute umana, mentre conseguenze più gravi si possono avere se i peli o frammenti giungono a contatto con l'occhio, la mucosa nasale, la bocca o penetrano nelle vie respiratorie e digestive.

Giovedì, 06 Ottobre 2011 - Ultima modifica: Venerdì, 24 Febbraio 2023

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