Parco di Gocciadoro
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- Giochi bimbi con molle, altalene, combinati con ponte mobile, scivoli, arrampicata in diverse stazioni
- attrezzature per lo sport: ping-pong, campo volley, percorso salute a sei stazioni
- superficie 202.000 m2
- zona recintata per cani con fontana acqua potabile.

Se si vogliono cercare gnomi e folletti in città, il parco di Gocciadoro è il posto dove andare. Qui non si sentirà il rumore delle automobili ma un concerto di cinguettii e il rumore dell’acqua del torrente Salè.
La quasi totalità del parco risulta di proprietà comunale dal 1922, per effetto della acquisizione del fondo agricolo Bernardelli, ove si coltivava il vitigno Goccia d’Oro.
Da allora e fino ad oggi si sono succeduti ampliamenti ed acquisizioni che hanno permesso di ampliare la superficie del parco a più di 35 ha: la speranza è quella di poterlo estendere ancora verso le zone naturali che salgono verso la collina dove è possibile incontrare i resti del castello di Pietrapiana.
Gocciadoro è l’unica area verde che per tradizione è sempre stata considerata parco di città, in particolare nelle sue parti più vicine alla città e alla fermata della ferrovia della Valsugana, dietro l’ospedale.
Un’ampia strada interna accompagna tra radure e boschi, lungo il rio Salè, fino al Villaggio del fanciullo SOS, una struttura di accoglienza molto importante per la città. Nel parco la chiesetta ottagonale di S. Adalberto, di recente restaurata, i resti di un vicino maso ed una preziosa Torresela di origine settecentesca, utile durante la stagione delle vendemmie dell’uva gialla che dà nome al parco.
Il parco, zona speciale di conservazione di importanza comunitaria, conserva otto habitat e una ricca biodiversità vegetale autoctona e non: carpino bianco, carpino nero, orniello, frassino, quercia farnia, abete bianco, abete rosso, tasso, tiglio, faggio, cedro, acero, acero campestre, olmo, ontano, pino nero, platano, ippocastano, rovere, roverella,bagolaro, robinia, Ginkgo biloba e castagni.
Particolarmente suggestive anche le pareti dilavate di tufi basaltici formati dalla cementazione di frammenti di origine vulcanica all’ingresso, lungo la strada in riva sinistra del rio. L’antichità delle rocce affioranti e della vegetazione, nonché l’estensione dell’area, hanno permesso a Gocciadoro di diventare l’area verde cittadina più ricca di specie animali stanziali e migratorie.
Alberi del parco di Gocciadoro tratto da Alberi maestri
File parco di gocciadoro da alberi maestri.pdf (477,30 kB)
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Giovedì, 09 Giugno 2016 - Ultima modifica: Mercoledì, 25 Novembre 2020